Capelli e fiabe: Rapunzel

Le feste di Natale sono state l’occasione per guardare (o riguardare) cartoni animati che piacciono a grandi e piccini… Eppure dietro ai cartoni vi sono fiabe che ripercorrono motivi ancestrali.

Rapunzel (in italiano Raperonzolo) è una fiaba pubblicata per la prima volta dai Fratelli Grimm agli inizi del XIX secolo. La protagonista della fiaba è una bella ragazza dai lunghissimi capelli dorati: i capelli d’oro, nelle fiabe, sono simbolo di fascino, ma anche oggetto d’invidia, come nel caso della matrigna di Raperonzolo, che la tiene prigioniera in una torre, letteralmente “sfruttando” i suoi capelli per arrampicarsi fin da lei: è l’archetipo della madre iperprotettiva e possessiva, che impedisce a Raperonzolo di affacciarsi al mondo. I capelli sono la vera forza magica di Raperonzolo, tanto che la matrigna li taglierà dopo aver scoperto che lei li ha usati per far salire il principe sulla torre.

Capelli come forza (pensiamo anche alla storia di Sansone e Dalila), ma anche come simbolo di identità per una donna. Ma voler sfruttare le energie altrui non è mai una saggia scelta: così, alla fine della fiaba, troveremo la matrigna prigioniera della torre e Raperonzolo e il principe finalmente felici insieme, dopo che lei con le sue lacrime (altro “strumento magico” tipico delle fiabe) gli ha ridato la vista perduta.